Sul sacramento della Confermazione e sulle prime Comunioni: indicazioni

Comunicato della Curia vescovile

Considerato il perdurare della pandemia le celebrazioni eucaristiche con la cresima vengono rimandate al prossimo anno liturgico, dalla Pasqua 2021 in avanti.
Per le prime comunioni si raccomanda sobrietà celebrativa e rispetto delle norme sanitarie ancora in vigore. Si prevedano dei piccoli gruppetti di ragazzi, il cui numero sia definito in base alla capienza della chiesa e/o del luogo dove si svolge la celebrazione. Si prevedano dunque più domeniche (a partire dal prossimo ottobre).
Si possono finalmente recepire le indicazioni circa la “Messa domenicale con la prima comunione” a suo tempo pubblicate e che ora vengono qui appresso riproposte.

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Note di buona vita ecclesiale 4
Per la celebrazione della santa Messa con la prima comunione

1. Si richiamano le indicazioni del Direttorio diocesano del 2010, in attesa di una sua possibile revisione.
2. Non sembra opportuno parlare di Messa di prima Comunione. Si tratta infatti della Messa domenicale nella quale alcuni cristiani, accompagnati dalle famiglie e dalla Comunità credente, si accostano per la prima volta alla Mensa eucaristica. Perciò la Messa domenicale sia sempre ben curata in quanto è come l’approdo settimanale e insieme il punto di partenza del cammino di una Comunità cristiana che di domenica in domenica procede verso la domenica senza tramonto del giorno glorioso del Signore.
3. Non enfatizzare all’eccesso la Messa con la prima comunione. Si tratta certamente di un momento importante per la vita cristiana di tanti ragazzi e delle loro famiglie, ma è appunto un momento, una tappa che non va isolata dal resto del cammino della vita cristiana.
4. La veste bianca con la quale i ragazzi fanno per la prima volta la Comunione eucaristica richiami la veste battesimale, così la candela che si suole portare. Questo per ricordare che la prima comunione è una tappa del cammino di vita cristiana che è iniziato con il battesimo e ha come meta e fine la vita eterna.
5. Non ingolfare di segni (spesso inopportuni) la celebrazione con il rischio reale di lasciare solo confusione. Valorizzare piuttosto i gesti liturgici già previsti con l’accurato intento di aiutare a cogliere il senso del Mistero che si celebra.
6. È bene coinvolgere varie persone della parrocchia per i servizi richiesti. Così le letture non siano lette dai bambini e neppure dai genitori comprensibilmente emozionati, ma proclamate da persone idonee e sperimentate. Così anche le intenzioni della preghiera dei fedeli non devono essere una litania per i bambini: a quelle prescritte dalla liturgia basta aggiungerne una per i ragazzi e per le loro famiglie.
7. L’omelia sia chiara, sobria, ben preparata, aderente ai testi biblici, attenta alla vita.
8. Alla presentazione dei doni (e non offertorio) ci si limiti ai doni veri e propri, evitando simbologie stucchevoli e discutibili.
9. Il rito della comunione si svolga in un clima di raccoglimento. Agli adulti presenti si ricordi con delicatezza, ma anche con chiarezza la necessità della Confessione sacramentale previa. È opportuno non costringere alla comunione persone che non vogliono o non possono accedervi, si evitino perciò posizionamenti obbliganti come lo stare dei genitori accanto ai figli.
10. I canti, l’ambiente, i gesti siano improntati a moderazione senza cedere alla tentazione dello spettacolo.
11. Nei momenti più solenni dell’anno liturgico e nelle celebrazioni più significative è proprio indispensabile l’applicazione e la menzione del nome del defunto? L’obbligo delle Messe pro populo, per il parroco (così come per il Vescovo), non è stato abolito!
12. Il servizio fotografico professionale o improvvisato da parenti e amici si svolga con la discrezione dei veri professionisti. Non è segno di professionalità, ma solo di meschino interesse economico la serie impressionate di fotografie e gli interventi dei fotografi per aggiustare il cliente e pretendere innumerevoli foto.
13. L’offerta (chiaramente motivata) per le esigenze economiche della parrocchia – non c’è nulla di male a richiamare le esigenze anche economiche della parrocchia! – e i doni che si chiedono siano poi devoluti per la effettiva destinazione presentata. Non si può chiedere per una cosa e destinare le offerte per un’altra, fosse anche nobile e bella.
14. Si ricordi sempre che la liturgia è azione di Cristo che unisce a sé la sua Chiesa nella lode al Padre dei cieli e nel dono della grazia divina agli uomini: il protagonista dell’azione liturgica è sempre Gesù Cristo che incontra i suoi amici (e non il celebrante, al quale tra l’altro non sono richieste doti da palcoscenico).
15. Il parroco è il vero responsabile della preparazione della liturgia. I catechisti diano suggerimenti, si impegnino con passione, ma cerchino di non esagerare in pretestuose imposizioni che nulla hanno a che fare con una sana ed intelligente collaborazione.
16. Per un sempre necessario approfondimento si rivedano i numeri del Catechismo della Chiesa Cattolica circa la Celebrazione eucaristica.

Lucera, 20 luglio 2020