Il messaggio del Vescovo nel giorno della Sua ordinazione episcopale

1.      A conclusione di questa solenne liturgia vorrei dire qualche parola.

Le parole hanno valore per la vita degli uomini.
Le parole hanno più valore e più forza di quanto comunemente si pensa.

Così il pensiero corre a quella parola, meglio a quel verbo – accetto – che a nome del Santo Padre, il Nunzio Apostolico in Italia mi chiedeva per poter procedere, lui disse.
So bene che solo allora, dopo quel verbo semplicissimo ed impegnativo pronunciato in prima persona da me, timoroso e fiducioso, nasceva un nuovo Vescovo nel cuore di Dio.

Il Dio di Gesù Cristo ha voluto aver bisogno delle nostre parole per poter procedere lungo le strade della salvezza!
Inaudito solo a pensare. Eppure così straordinariamente vero.

Il valore delle parole! E il valore di chi le pronuncia.
Il valore dell’uomo dinanzi a Dio, verso cui siamo chiamati a pronunciare parole sensate e coinvolgenti, parole vere, in risposta alla Parola che Dio pronuncia e così realizza davvero la salvezza per gli uomini!

2.      Desidero dunque dire qualche parola di gratitudine.

·         Al Santo Padre, il papa Francesco, che ha pensato a me per la Chiesa di Lucera-Troia
·         All’Arcivescovo Beniamino, successore dei santi Felice e Paolino, che mi ha ordinato Vescovo accogliendo questo ulteriore e, spero, gradito impegno
·         All’eminentissimo cardinale Sepe che oltre alla mia persona, ha voluto onorare la Chiesa di Lucera-Troia e quella di Nola
·         A Mons. Pelvi, Arcivescovo Metropolita di Foggia-Bovino e a tutti gli altri eccellentissimi vescovi, che mi hanno irrobustito di grazia con il gesto apostolico dell’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria.
·         Una parola di speciale fraternità a Monsignor Pero Sudar e alla Chiesa di Sarajevo per la testimonianza di fedeltà al Regno di Dio che stanno dando al mondo intero, ormai da molti anni…forse troppi anni!

3.      Una parola alla mia famiglia.

In essa è passata tanta sofferenza, mai però è venuta meno la speranza.

Una parola alla mia famiglia, nel suo nucleo originale e perciò nei vincoli dell’amore che unisce cielo e la terra.

Una parola di affetto, dunque a papà e a Mario che dal cielo guardano questa santa Assemblea che del cielo anticipa la pienezza e la gioia.
Una parola a mamma e a Maria per le trepidazioni, malamente camuffate, con cui da sempre hanno accompagnato il cammino deciso, anche se non facile dei miei anni.

4.      Alla Chiesa di Nola, mentre si accinge ad accogliere il nuovo Vescovo, Francesco, vorrei ripetere le parole di Sandra, sorella e figlia che il Signore mi donò e ancora mi dona nella comunione dei Santi.
All’indomani della sua consacrazione verginale al servizio di questa Chiesa – era il 21 novembre del 1986, trent’anni giusti – ella volle scrivermi tra l’altro queste parole:

«C’è chi si lamenta continuamente della nostra Chiesa: a volte, indubbiamente, il lavoro è pesante e difficile. Eppure, niente dà più gioia che amarla e servirla come una madre».

Anch’io, e chiedo scusa, non sempre mi sono sottratto alla sterilità della lamentela.
Ma alla santa Chiesa di Nola desidero solennemente ripetere la dichiarazione d’amore di chi ha ricevuto, tramite essa, innumerevoli doni, a cominciare da quello inestimabile della fede nella quale sono vissuto e della quale vivo la mia avventura umana nella storia.
Il dono della fede cattolica: in essa, quando il Signore vorrà, chiedo la grazia di compiere i miei giorni terreni.
Sii dunque benedetta, Chiesa di Nola!
E mentre ti rivolgo il mio saluto e, ancora, ti dico il mio amore, mi permetto di ricordati la bellezza e la grandezza della tua storia e la consistenza entusiasmante della tua realtà.

5.      Un saluto memore e grato devo poi ai tanti fratelli e sorelle, ai tanti figli e figlie, ai tanti amici ed amiche che da più parti mi ricordano quanto buono è stato il Signore con menel concedermi – nonostante la mia naturale ritrosia – una meravigliosa compagnia di fede che nella sua articolata varietà ha da sempre consolato il mio cuore ed avvolto…la mia persona.

·         Dalla parrocchia di Rione Trieste a quella di San Giorgio;
·         Dai laici di Azione Cattolica a quelli di vari Movimenti ecclesiali;
·         Dalla comunità del Collegio Capranica a quella del Seminario Vescovile;
·         Dall’istituto Superiore di Scienze Religiose ai ragazzi dei liceo;
·         Da Medici Cattolici ai consacrati e alle consacrate negli Istituti Secolari della Regalità;
·         Dai sacerdoti ai religiosi e alle religiose.

Siete tanti! Siate benedetti ad uno ad uno!
E sia lodato il Signore che ci dona la gioia dell’amicizia in un cammino condiviso lungo le strade esaltanti del suo Santo Spirito.

6.      Ai servitori del bene comune nell’attività politica e in quella amministrativadesidero porgere il saluto deferente e grato.

La loro presenza rende omaggio al nuovo Vescovo di Lucera-Troia, ma più ancora alla Comunità cristiana di cui egli è costituito pastore.

Dei cristiani non si deve aver paura.
La nostra ambizione – se c’è un’ambizione – consiste nel servire l’umanità in mezzo alla quale la Provvidenza ci pone.

Non aspiriamo a posti di potere. Statene tranquilli e certi.

Ma la presenza nostra nella convulsa umanità di oggi vorrebbe essere concretamente riconosciuta in base all’effettivo servizio che rende all’uomo nella sua verità di persona, nella sua costitutiva socialità e in tutte le fasi della sua esistenza.

7.      Un parola, infine, alla Chiesa che è in Lucera-Troia.

Voglio che tu sappia, Chiesa santa a amata, che ormai occupi il primo posto nei miei pensieri e che stai prendendo il primo posto nel mio cuore.

Il Signore mi consegna a te: lui sia benedetto, lui ti benedica attraverso il mio sguardo e le mie povere mani. Sia lui il centro insostituibile della nostra vita, sia lui il centro vivificante del nostro amore.

Già vedo in te la presenza dello Sposo che ti vuole bella e splendente dei suoi doni di grazia, per la comunione che affascina, attrae e conquista,

Già scorgo in te lo Spirito del Risorto che dinamizza il tuo passo lungo e le strade missionarie del Vangelo.

Già intravedo in te il Dio delle sorprese che crea un inedito futuro di bontà e di pace.

8.       A voi tutti, fratelli e figli, ho rivolto parole che non sono solo “parole”.

Ho detto parole che vogliono essere l’eco di quella Parola che ogni giorno scuote e consola il mio cuore, quella Parola che ha il volto adorabile e il nome santo di Gesù di Nazareth, il Cristo di Dio, il Figlio dell’altissimo fatto uomo a salvezza nostra e del mondo intero.

A lui, solo a lui, la lode e la gloria nei secoli dei secoli.
Amen, amen, amen!

+Giuseppe Giuliano
Vescovo eletto di Lucera-Troia