Omelia al termine della processione del Cristo morto

Dal vangelo di Giovanni (Gv 13).

[30] Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte. 
[31] Quand’egli fu uscito, Gesù disse: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. [32] Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. [33] Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. [34] Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. [35] Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”.
[36] Simon Pietro gli dice: “Signore, dove vai?”. Gli rispose Gesù: “Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi”. [37] Pietro disse: “Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!”. [38] Rispose Gesù: “Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte”. 

 

Il comandamento nuovo lasciatoci da Gesù nella notte in cui fu tradito – “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13, 34) – viene promulgato dal Signore in un contesto di tradimento. Tra la preparazione del tradimento di Giuda e il preannuncio di quello di Pietro, il Signore attesta il suo amore e chiede ai suoi discepoli di vivere l’amore che si dona come risposta ai tradimenti.                             L’amore si offre, dunque, come caratteristica della vita cristiana e profezia della vita nuova.

L’uomo è un mendicante di amore. Nel suo cuore c’è sete di amore. Egli non può vivere senza amore. Perché senza amore, l’uomo si riduce ad un essere incomprensibile. L’amore di Dio per l’uomo si mostra nella creazione stessa dell’uomo e si rende manifesto chiaramente nell’evento della Croce, nello abbassamento e nello svuotamento del Figlio di Dio, che “spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2, 7 – 8).

L’amore nella sua inesauribile sorgente è un amore crocifisso, perché attraversa lo scandalo della morte per generare la vita e la gioia della Risurrezione. L’amore di Dio per l’uomo, che si esprime e si mostra sulla Croce, è amore oblativo, è amore che vuole e cerca il bene dell’altro, è amore con cui il cuore dell’Onnipotente si fa esso stesso mendicante d’amore fino a chiedere il della sua creatura, quasi come uno sposo che attende il della sua sposa.

Inesprimibile umiliazione! Incredibile condiscendenza!

Nella Croce e con la Croce, Dio continua lungo il corso dei secoli a riproporre la sua misericordia e la sua tenerezza, e mostra così la sua passione per ogni uomo da lui creato e redento.                                              Il Vangelo è annuncio di questo amore.

Attraverso la Chiesa questo amore viene comunicato e donato a tutti gli uomini. In tutti i sacramenti, ma in special modo in quello della penitenza – detto anche confessione – possiamo fare l’esperienza del “dono gratuito che Dio ci fa della sua vita, infusa nella nostra anima dallo Spirito Santo per guarirla dal peccato e santificarla” (CCC, 1999) e, uniti a Cristo, diventare nuove creature.

L’amore di Dio muove il cuore dell’uomo verso Cristo. A noi è richiesta la disponibilità a lasciarci attrarre dall’amore divino e a sperimentarne la grandezza e la bellezza. Cristo ci attira a sé per unirsi a ciascuno di noi, affinché, a nostra volta, impariamo ad amare i fratelli con lo stesso suo amore, come lui ci ha amati.

Dice il Signore: “Amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13, 34).

C’è davvero bisogno di una rinnovata capacità di amare i fratelli. Fissando lo sguardo sul Cristo crocifisso, ci lasciamo inondare il cuore dall’amore di Dio. E così possiamo osare amore nelle nostre famiglie, nei rapporti con gli amici e anche con chi ci ha offeso. Con la forza della grazia di Dio possiamo dare testimonianza autenticamente cristiana negli ambienti di studio e di lavoro, ed impegnarci nelle famiglie, nelle comunità parrocchiali, nei gruppi, nei movimenti, nelle associazioni e in ogni ambito della società.

Con l’amore a Dio e ai nostri fratelli, possiamo sperimentare la gioia di chi non si ripiega su se stesso in un opprimente egoismo.

È sempre bene ricordare che non c’è proporzione tra il nostro peccato e l’amore di Dio. Dio con il suo amore è sempre più grande di ogni peccato. Soleva dire il grande Bartolo Longo: Se la mia miseria è grande, la misericordia di Dio è infinita.

La Vergine Maria, Madre della misericordia, sempre ci accompagni e sempre ci sostenga.

Amen!