Alla Chiesa di Lucera-Troia in tutte le sue Componenti
11 ottobre 2022: sessant’anni dall’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Viviamo in pieno tempo postconciliare: la Chiesa sta “assorbendo” il Concilio che ne ha ringiovanito il volto, ne ha rinvigorito il passo, ne ha rinnovato la missione. La Chiesa sta “assimilando” – e ne avrà ancora per del tempo – l’insegnamento e lo “spirito” del Concilio.
Due grandi e santi Pontefici ne hanno permesso l’indizione e la realizzazione: Papa Giovanni XXIII, nella giovinezza dello Spirito, lo ha voluto; Papa Paolo VI ne ha ereditato il desiderio e lo ha concretizzato facendolo diventare, tra l’altro, progetto della Chiesa intera.
Personalmente sono cresciuto “nell’aria” del Concilio. Ero poco più che un bambino quando ascoltai, per la prima volta, la parola che ha accompagnato i miei anni di cristiano: “concilio”. Ne vidi le immagini televisive, senza rendermi conto pienamente della straordinarietà dell’evento, ma restando incantato dinanzi alla scia di vescovi che, da ogni parte del mondo, erano giunti a Roma ed entravano in solenne processione nella basilica di san Pietro.
Gli anni di impegno laicale in Azione Cattolica sono stati accompagnati dall’accostamento ai testi conciliari. E lo studio di essi ha scandito la mia formazione al ministero e la pastorale del mio presbiterato.
Ed ora, da vescovo, mi rendo sempre più conto dell’attualità di quei documenti, della ricchezza dottrinale e spirituale che da essi promana.
A sessant’anni dall’inizio del Concilio un’affermazione mi ritorna alla mente e al cuore con molta consolazione e con molta insistenza. Si tratta di un’affermazione semplice e “rivoluzionaria” circa la universale vocazione alla santità che raggiunge la Chiesa e tutti i membri di essa.
“È chiaro dunque a tutti che tutti i fedeli di qualunque stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità: da questa santità è promosso, anche nella società terrena, un tenore di vita più umano” (Lumen gentium 40).
L’anniversario dell’inizio del Concilio riporta alla considerazione della fede la sollecitudine con cui Dio Trinità guida la Chiesa, di oggi e di sempre, e fa fiorire sulle labbra dei credenti il rendimento di grazie.
Anniversario. Sessant’anni. Tante parole, tanti commenti. Ma, soprattutto e prima di tutto, un’espressione: Grazie, Signore nostro Dio!
+ Giuseppe Giuliano,
vescovo di Lucera-Troia