«La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore» (Gv 20,19-20).
Le porte chiuse, almeno non squarciate dalle bombe, ma tanta paura, ieri come oggi.
Ed ecco il Risorto: Pace a voi!
I discepoli gioiscono al vedere il Signore.
E, al sentirne il saluto, credenti riprendono a sperare.
E gli uomini e le donne di tutti tempi desiderano l’annuncio drammaticamente atteso.
Pace a voi!
Tra i tizzoni delle case intrise di sangue: Pace a voi.
Tra i soldati mandati ad invadere e ad uccidere: Pace a voi.
Tra quelli che difendono la terra ricevuta dai padri: Pace a voi.
Tra i bambini, le donne e i vecchi precipitosamente in fuga: Pace a voi.
Tra le menzogne mirate e le diplomazie deluse: Pace a voi.
Tra le atrocità e le solidarietà delle innumerevoli guerre: Pace a voi.
Tra le disperazioni degli esuli e le speranze dei morti: Pace a voi.
Tra le domande inevase e le risposte che esigono domande: Pace a voi.
Tra le bellezze devastate e le rovine provocate: Pace a voi.
Tra l’illusorio cinismo dei vincitori e le apparenti rassegnazioni dei vinti: Pace a voi.
… Pace a voi…
… e i discepoli gioirono al vedere il Signore!
Buona Pasqua!
+ Giuseppe Giuliano,
vescovo