Appunti di un programma (penitenziale)

“Comunità di speranza” verso la Quaresima

Al Popolo santo di Dio che vive e spera
nel territorio umano di Lucera-Troia

Cari amici, fratelli e figli,
mi sono sempre considerato un pellegrino che chiede ospitalità a chi può darmi un sorso di preghiera e di fraternità.
Costui o costoro mi sono di necessario sostegno nella mia quotidiana lotta contro gli indoli che tentano di sedurmi e di irretirmi. Gli idoli di questa nostra società scombussolata ed anche della Chiesa (occidentale) del nostro tempo, decisamente indebolita dal peccato dei suoi figli, me incluso.
Vittima delle molteplici forme moderne di idolatria, a cominciare da quelle terribili dello io, mi ritrovo spesso a “cercare Dio” quale itinerante vagabondo, impaziente di fede e desideroso di speranza.
“Gesù ci parla del futuro spalancato dalla misericordia del Padre. Sperare con Lui e grazie a Lui vuol dire credere che la storia non si chiude sui nostri errori, sulle nostre violenze e ingiustizie e sul peccato che crocifigge l’Amore. Significa attingere dal suo Cuore aperto il perdono del Padre”.
“Cercare Dio”, ogni giorno, un cammino arduo, esigente, tentato dal “far da me” e dunque sfiorato dalla solitudine.
Tuttavia, nessuno è solo se sceglie di seguire Cristo per trovare Dio: la compagnia della fede è parte integrante di un simile cammino, fa parte a pieno titolo dell’identità cristiana. Così come la docile sequela di Gesù è sentiero sicuro di fraternità nella “luce della Risurrezione, che anima i sentimenti, gli atteggiamenti e le scelte di chi vuole seguire Cristo”.
“Signore fa che ti conosca e, conoscendoti, fa che io mi conosca”.
Allora mi ritrovo bisognoso di Comunità che offrano spazi di vicinanza, di incontro, di condivisione.
Comunità cristiane che siano luoghi, negli accordi ed anche nei disaccordi personali, dove si sperimenta senza timore il dono divino della comunione. In perseverante stato di conversione all’amore di Dio.
“Comunità di permanente misericordia”, insomma.
Comunità che tentano, almeno, di vivere la misericordia e ne rendono testimonianza.
Comunità che siano strumento di Dio per la pace tra e nelle famiglie, per la fraternità tra le parrocchie, per la comunione tra le Chiese e nella Chiesa intera, “perché il mondo creda”.
Comunità che siano un piccolo e desiderato pezzo di cielo in cui il Signore dei cieli si mostra e “insaporisce” la terra.
Per essere benedizione, pur in mezzo alle maledizioni del mondo.
Abbiamo bisogno tutti, a cominciare da noi preti, di Comunità che rendano testimonianza che le tante debolezze umane vengono guarite e sostenute dall’abbondanza inesauribile della grazia divina.
Avvertiamo tutti la struggente necessità di Comunità che dicano la fede che le costruisce. Che parlino “senza parole”, ma con la loro vita e con il loro stile di vita, ed attestino che la fraternità è possibile non solo tra noi ma anche, in Dio, con l’umanità intera.
Abbiamo bisogno di Comunità che trasmettano la speranza e contagino con il buon vivere del Vangelo.
Buona Quaresima, dunque, per una Pasqua ancor più buona.

Vi abbraccio e vi benedico tutti, carissimi nel Signore Gesù.

Lucera, 2 febbraio 2021

+ Giuseppe Giuliano,
vescovo di Lucera-Troia