Alla santa Chiesa di Dio che è in Lucera-Troia
“Era Alfonso in età di sessantasei anni. Quando credeva … esser prossimo alla morte, e disporsi per quel passaggio, Iddio, con un tratto di provvidenza, lo richiama a nuova vita, e l’investe di nuovo zelo, per altre opere di sua maggior gloria” (Antonio M. Tannoia).
Fatte le debite proporzioni tra la mia personale pochezza e la sua gigantesca santità, mi conforta un possibile accostamento a sant’Alfonso Maria de’ Liguori. E mi conforta, altresì e ancora di più, la certezza che il passaggio episcopale della mia vita è stato voluto dalla Sapienza divina insistentemente invocata e quasi costretta dal popolo di Dio che con il suo fiuto di fede mi ha, sempre e molto, avvolto e sostenuto in tanti, non facili, anni di silenzioso ed impegnativo lavoro apostolico.
Così mi presento a voi, amici e figli già carissimi, certamente intimidito ma anche fiducioso di poter servire la vostra gioia e prendere parte alle fatiche generose dei molti testimoni che hanno assecondato la grazia divina nel costruire la santa Chiesa di Lucera-Troia.
Non sono giovane, anche se ho sempre lavorato con i giovani. Non sono dotto, anche se ho da sempre insegnato. Non sono santo, anche se ho incontrato lungo la mia non breve esistenza molteplici prodigi di santità e numerose persone e situazioni che mi hanno ricordato, con decisione, l’unica cosa che davvero conta: l’assoluto di Dio che con la sua misericordia dona la vita e la fede, sostiene la speranza e dilata la carità, fascia le ferite e asciuga le lacrime, rialza dalle cadute e conduce con infinta tenerezza verso la pienezza dell’amore.
Sia dunque benedetto Dio che ci ha scelti e benedetti – scelti e benedetti voi per me, scelto e benedetto me per voi – con ogni benedizione nei cieli in Cristo e ci consola in ogni nostra tribolazione perché anche noi possiamo consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio.
Sia benedetto il Pastore dei pastori per questa nostra Chiesa, per i suoi vescovi – tra cui in ultimo, ma non da ultimo, il venerato monsignor Domenico – per i presbiteri e i diaconi, dedicati come sono al servizio del Vangelo nella comunità cristiana e nel territorio umano.
Sia benedetto il Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso, per le famiglie che vanno d’accordo nel vicendevole amore degli sposi e nel servizio alla vita dei loro figli. E per i giovani che, con le loro inquietudini e le loro domande inespresse, rendono la vita meno facile a chi è tentato dalla sazietà delle cose. E per i consacrati nella evangelica povertà-castità-obbedienza, segno del Regno che apre il tempo al compimento della storia, oltre il tempo.
Sia benedetto il Padre della gloria che ha voluto la Chiesa – la bella Chiesa di oggi, la Chiesa di Papa Francesco! – quale casa di misericordia e ospedale da campo per le tante fragilità e le piaghe dolorose nostre e dei nostri contemporanei.
Al Padre che è infinitamente benevolo e provvidente, al Figlio primogenito di quelli che sono chiamati alla risurrezione, allo Spirito di santità e di grazia ogni onore e gloria nei secoli dei secoli.
Amen. Amen.
Nola, 20 ottobre 2016
Giuseppe Giuliano
vescovo eletto