Natale 2025: Celebrazioni e Omelia di Mons. Vescovo

Il 24 dicembre 2025 Mons. Vescovo ha celebrato la S. Messa della Notte della Solennità del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo presso la Cattedrale di Lucera.
Il giorno dopo, nella Solennità del Natale, ha presieduto la S. Messa del giorno presso la ConCattedrale di Troia.

Di seguito alcune fotografie delle celebrazioni e l’omelia.

Dall’omelia del 25 dicembre 2025, Natale del Signore

Se si sfogliano le stampe o si “naviga” nei social, c’è poco da star contenti e sereni: guerre, fame, deportazioni, uccisioni, attentati, …
Da più parti, poi, si sente evocare, se non proprio invocare, una “cultura dell’odio” quale “necessaria” avversione verso chi la pensa in modo diverso.
Da sempre l’uomo ha conosciuto contrasti interpersonali ed opposizioni tra i popoli: da quella “mela avvelenata e mangiata” da Eva e da Adamo (cf Gen 3, 1 – 7) su istigazione del Serpente maligno l’umanità ha sperimentato varie forme di combattimento e di lotta, anche se, ultimamente, la modalità negativa che va sotto il nome di odio ha conosciuto un’ampiezza ed una perspicacia sorprendente e violenta.
Dall’agone politico a quello lavorativo, da quello finanziario a quello familiare, fino a sfiorare – se non proprio ad intaccare – in modo scandaloso anche il panorama ecclesiale, l’odio raggiunge forme ed intensità pericolose ed assurde.
L’odio esprime una complessa combinazione di fattori psicologici e sociali che includono ingiustizie, a torto o a ragione percepite, rivalità e frustrazioni sperimentate, talvolta o spesso, senza motivazione se non quella di una immaturità affettiva, di insicurezza e di fragilità, di paure e di infantilismi dettati dalla insana tendenza a creare divisione.
L’odio lambisce l’intimo dell’uomo, ed è così come un assaggio reale della morte vera e propria, la morte personale, la morte che uccide più e prima di quella fisica e temporale.
L’odio uccide.

Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra? Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra! (Gc 4, 1 – 2)

La “lettera” di Giacomo è molto chiara in proposito. Innanzitutto nel riconoscere il male e di chiamarlo con il suo proprio nome senza ambiguità ed autoinganni.
La verità evangelica invita alla sincerità che consente di crescere sia nella più genuina umanità che nella convinta profondità della fede. E dare, senza scoraggiarsi, quella testimonianza di benevolenza che drammaticamente manca a questa società contemporanea, intossicata dalla bramosia del potere e dalla avidità del possesso.

Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. (Is 9, 1)

Il Natale è chiamata ad invocare la venuta del Redentore e dunque a prendere molto sul serio la conversione che il Vangelo reclama con decisione.
Proprio i drammatici eventi che vedono il nostro sfrenato protagonismo fanno implorare con convinzione e speranza la venuta del Signore. È lui che porta la giustizia tra le nazioni e la pace nel cuore di ogni persona.

Vieni, Signore Gesù!

La memoria annuale del suo Natale conduce a Betlemme, villaggio di quella terra irrorata di sangue. E lì si può toccare con mano la potenza della piccolezza che rivela le inedite modalità con cui il Signore realizza la misericordia.

È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e
salvatore Gesù Cristo. (Tt 2, 11 – 12)

Una giovane Donna, un giovane Uomo, un rifugio di animali, dei pastori sbalorditi e tremolanti.
E soprattutto un Bimbo che emana luce perché lui è la luce che illumina le tenebre del mondo.
Un Bambino che partecipa vita e senso autentico di vita perché lui è la vita vera e sensata.
Un Neonato che sembra non aver alcun potere tranne quello di scombinare le certezze dei potenti della terra e di instaurare un Regno in cui il perdono e la solidarietà hanno sempre la meglio.
Un Bambino, un Dio bambino!

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. (Gv 1, 14 )

Buon Natale!

+ Giuseppe Giuliano, vescovo