Per intercessione del Padre Maestro, il dono a beneficio dei campi

Triduo per il dono della pioggia

Nuova iniziativa in diocesi che coinvolgerà gli agricoltori e tre parrocchie di Lucera.
Per ottenere il dono della pioggia, verrà promosso un triduo di preghiera durante il quale invocare l’intercessione di san Francesco Antonio Fasani a beneficio dei campi agricoli e dei raccolti.
Le parrocchie coinvolte nelle celebrazioni saranno: la Basilica Cattedrale, ove don Antonio Moreno presiederà alle ore 18.00, venerdì 14 febbraio; la parrocchia San Giacomo maggiore apostolo, l’indomani, sabato 15, alle ore 18.30, con il parroco don Donato D’Amico; la Basilica-Santuario San Francesco, ove padre Alexander Carrillo (ofm conv.) presiederà l’Eucarestia delle ore 18.00, domenica 16 febbraio.

Il triduo per chiedere il dono della pioggia per i campi: un appunto

1. Il rispetto e la tutela dell’ambiente nasce:
• dal rispetto per l’uomo, per ogni uomo solo perché uomo, e perciò per ogni popolo della terra;
• dalla tutela della vita umana in tutte le fasi del suo dipanarsi, dallo germinare nel grembo materno al suo naturale concludersi;
• ne consegue:
o il creato come dono da curare e, anche, da chiedere;
o il bene comune e l’ecologia integrale;
o il no alla corruzione e alla mercificazione dell’umano;
o il valore del lavoro dei campi.

2. La preghiera per la pioggia, preghiera di impetrazione nasce dalla consapevolezza di fede
• che Dio è il Creatore provvidente e buono che conosce gli uomini, ad uno ad uno, ed anche i popoli;
• che Dio, onnipotente e misericordioso, provvede alle necessità della sue creature;
• ne consegue:
o fiducia nella divina Provvidenza;
o la presunzione tecnocratica distrugge popoli e persone;
o umiltà di creature perché l’uomo non è Dio né può “giocare a fare Dio”.

3. La Messa

“Nell’Eucaristia il creato trova la sua maggiore elevazione. La grazia, che tende a manifestarsi in modo sensibile, raggiunge un’espressione meravigliosa quando Dio stesso, fatto uomo, arriva a farsi mangiare dalla sua creatura. Il Signore, al culmine del mistero dell’Incarnazione, volle raggiungere la nostra intimità attraverso un frammento di materia. Non dall’alto, ma da dentro, affinché nel nostro stesso mondo potessimo incontrare Lui. Nell’Eucaristia è già realizzata la pienezza, ed è il centro vitale dell’universo, il centro traboccante di amore e di vita inesauribile. Unito al Figlio incarnato, presente nell’Eucaristia, tutto il cosmo rende grazie a Dio. In effetti l’Eucaristia è di per sé un atto di amore cosmico: «Sì, cosmico! Perché anche quando viene celebrata sul piccolo altare di una chiesa di campagna, l’Eucaristia è sempre celebrata, in certo senso, sull’altare del mondo». L’Eucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato. Il mondo, che è uscito dalle mani di Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione: nel Pane eucaristico «la creazione è protesa verso la divinizzazione, verso le sante nozze, verso l’unificazione con il Creatore stesso». Perciò l’Eucaristia è anche fonte di luce e di motivazione per le nostre preoccupazioni per l’ambiente, e ci orienta ad essere custodi di tutto il creato” (Papa Francesco, Laudato si’, 236).