Nelle ultime settimane, a più riprese, papa Francesco ha fatto riferimento all’anno 2024 come all’Anno della Preghiera in preparazione al prossimo Giubileo dell’anno 2025.
Durante l’’Angelus di domenica, 21 gennaio 2024, il Papa ha ufficialmente aperto questo anno che sarà dedicato in modo particolare alla preghiera.
Preghiera che si esprime innanzitutto nella lode e nel ringraziamento al Signore, provvidente e buono, per i doni con i quali Egli ricolma le nostre persone e le nostre Comunità.
Preghiera che si traduce nella solidarietà e nella condivisione del pane quotidiano con chi vive nell’indigenza della povertà.
Preghiera che permette a ogni uomo e donna di questo mondo di rivolgersi all’Onnipotente, per esprimergli quanto è riposto nel segreto, spesso tormentato, del suo proprio cuore.
Preghiera come via maestra per la pace, nel mondo e nei cuori, e verso la santità, che conduce a vivere la contemplazione anche in mezzo all’azione.
Un anno di preghiera, dunque, in cui i credenti e anche gli uomini e le donne di buona volontà si aprano a ricevere l’abbondanza della grazia: «La preghiera è il respiro della fede, è la sua espressione più propria. Come un grido silenzioso che esce dal cuore di chi crede e si affida a Dio» (papa Francesco).
Il 2024 sarà quindi un Anno di spirituale preparazione al Giubileo che inizierà l’anno dopo. Il 2024 sarà un anno durante il quale dovrà emergere, con chiarezza, l’orizzonte dell’evento giubilare che va ben oltre ogni pur necessaria ed urgente forma di organizzazione strutturale della compagine ecclesiale.
Il Papa ha pure dato il tema del prossimo Giubileo: “Pellegrini di speranza”: perché il Giubileo possa essere un evento che arricchisce spiritualmente la vita della Chiesa, diventando segno concreto di speranza, è necessario che sia preparato e vissuto nelle varie Comunità con spirito di apertura e di attesa spirituale.
Non si tratta, dunque, di un anno con particolari iniziative; piuttosto, di un tempo privilegiato in cui riscoprire il valore dell’incontro orante con il Signore della nostra vita e della vita della Chiesa.
Questo tempo vuole esprimere la profonda esigenza di spiritualità che il Popolo di Dio sta vivendo, discretamente e senza clamori.
Quanto più si fa forte il grido della tecnica che sembra corrispondere ai desideri dei nostri contemporanei, tanto diventa più profonda la richiesta di vera spiritualità che riporti ogni persona a incontrare se stessa nella verità della propria esistenza e quindi nel coerente e cordiale rapporto con Dio.
Sono molte le persone che pregano ogni giorno. L’Anno della Preghiera, pertanto, si inserisce in questo contesto per favorire il rapporto con il Signore e offrire momenti di genuina spiritualità a nutrimento della vita cristiana di fede, speranza e carità.
Non sarà un anno di particolari iniziative, vorrà essere piuttosto un tempo in cui le iniziative già in programma avranno, come fondamento, la preghiera di lode e di supplica.
Quest’anno sarà caratterizzato dalla richiesta dei discepoli a Gesù: «Insegnaci a pregare» (Lc 11, 1). Abbiamo tutti bisogno di imparare a pregare; e il vero Maestro non può che essere lui, solo lui: Gesù Cristo, il Figlio di Dio.
Vi saluto, dunque, certo della comprensione e dell’adesione a queste indicazioni che reputo salutari per la fede nostra e della nostra Comunità diocesana. E do l’appuntamento a quanti vorranno unirsi all’Eucaristia che celebrerò, ad inizio dell’anno della preghiera, nel Santuario della Madonna della Sanità a Volturara, sabato 3 febbraio, alle ore 10.00.
A presto, dunque.
Lucera, 25 gennaio 2024.
+ Giuseppe Giuliano, vescovo