L’altare non è un palcoscenico!
In un tempo, come il nostro, in cui l’anonimato sembra diffondersi sempre di più, non è raro incontrare persone alla ricerca, talvolta nevrotica, di visibilità.
È dunque più che opportuno un richiamo alla discrezione richiesta dalle azioni liturgiche e dagli spazi sacri, a cominciare dall’altare.
L’altare non è un palcoscenico dal quale i tanti devoti delle nostre chiese possono esibire il loro afflato religioso.
L’altare non è un palcoscenico per gli amministratori e i politici di dilungarsi in “comizi” retorici ed inopportuni. Gli interventi istituzionali sono bene accetti, purché siano improntati a misura e a buon senso.
L’altare non è un palcoscenico dal quale i bambini presentano le loro capacità “artistiche” a vanagloria dei genitori.
L’altare non è, neppure per i sacerdoti, un palcoscenico per mostrare se stessi, oscurando il mistero e la persona di Gesù, che è rimane il centro e il fondamento della nostra fede, nonché l’unico e vero redentore del mondo.
Per tutti vale il detto attribuito ad Ignazio di Loyola, che rivolgendosi ai suoi confratelli amava dire: Ricordati che il Messia c’è già, è uno solo, e non sei tu.
Lucera, Curia vescovile, 3 dicembre 2023.