Mi colpisce l’approvazione trionfalistica, quale diritto costituzionale, dell’aborto in Francia. Un’approvazione sbandierata quasi come “conquista di civiltà”: eppure l’aborto è morte, ed è morte di vite non ancora nate.
La morte, pur nella drammaticità di tante situazioni dolorose, può essere considerata come “un traguardo di progresso”?
Nel cammino quaresimale si parla più volte di morte, ma è la morte al peccato in tutte le sue forme inique. Questa morte alla morte guida i giorni che precedono la Pasqua e dovrebbe guidare i giorni terreni dell’uomo.
Ecco allora l’orizzonte pasquale che riempie i giorni cristiani, specialmente quelli della quaresima, tempo di penitenza, cioè di vita, di morte alla morte e dunque di riaffermazione della bellezza della vita sia terrena, anche con i suoi risvolti inquietanti e faticosi, sia quella eterna, con il fascino della beatitudine divina.
Nella nostra cultura non deve trovare posto la morte se non per riaffermare il fascino, l’ampiezza e l’incanto della vita, la cui attestazione è sempre vincente su ogni minaccia.
Sì, siamo fatti per la vita e per la vita di Dio che è vita nell’amore che si dona e che promuove perciò ogni barlume di vita riconoscendo la sua origine divina.
Auguri, amici, fratelli, figli!
Auguri per la Pasqua che è attestazione della potenza di Dio, cioè dell’onnipotenza dell’amore che raggiunge perfino gli anfratti più reconditi della nostra umanità.
Alleluia. Il Signore è risorto: non c‘è spazio per le insinuazioni della morte che insidiano la vita degli uomini.
Alleluia: il Signore è davvero risorto. Auguri di vita e di vita piena!
Lucera, 31 marzo 2024,
prima domenica di Pasqua
+ Giuseppe Giuliano,
vescovo di Lucera-Troia