Lucera, Pasqua 2020
Ai Residenti nella Casa circondariale di Lucera
Un saluto pasquale a voi che siete reclusi e a voi che lavorate qui a Lucera nella Casa di detenzione. Non posso, come altre volte, celebrare con voi la santa Messa. Vivremo la Pasqua del Signore, fisicamente a distanza. Un’ulteriore distanza che si impone a voi e a me. Ma non posso, cari Amici, non mandarvi il saluto cristiano della pace. Erano chiusi dentro, al Cenacolo, per timore dei Giudei. Gesù entra nonostante le porte ben chiuse. Gesù va dai suoi amici e spezza la paura e sveglia il cuore alla speranza divenuta possibile. “Pace a voi!”: il saluto di Gesù suscita gioia e coraggio nell’animo di gente triste e delusa.
La morte, e tutto quello che ne ha il sapore, non è né può essere l’ultima parola della vicenda umana. Non è, né può essere la parola definitiva per la vostra vita. La Pasqua, in fondo, è questo: lo spiraglio di luce che si insinua nei sepolcri ben sigillati, tra i cancelli ermeticamente chiusi. Uno spiraglio di grazia che dice redenzione per ogni prigionia, speranza contro ogni disperazione, solidarietà nonostante l’egoismo dilagante. Vi mando un’immagine dell’Ultima Cena con il particolare di Giovanni che si chiana sul cuore di Cristo quasi a sorbirne la vita. In quel volto ognuno di noi si rispecchia, perché tutti abbiamo bisogno di Cristo che è la vera vita.
Buona Pasqua a tutti voi. Alle vostre famiglie, ai vostri cari. A chi avete fatto del male e pure a chi vi ha fatto del male.
Buona Pasqua anche quest’anno. Soprattutto quest’anno.
+ Giuseppe Giuliano, vescovo