Cari Amici,
oltre alla sollecitudine a voler costituire o rinvigorire il Consiglio per gli Affari Economici, obbligatorio per ogni Ente ecclesiastico, desidero richiamare anche alla costituzione o al rinnovamento del Consiglio pastorale parrocchiale.
A livello diocesano stiamo rivedendo lo Statuto del Consiglio presbiterale, con il rinnovamento del Consiglio stesso. Seguirà un procedimento analogo per il Consiglio pastorale. Con l’inizio del nuovo anno liturgico (2021/22) vorrei che i due Consigli diocesani rinnovati entrassero in azione.
Anche per prepararci al Sinodo delle Chiese che sono in Italia, sinodo che il Papa vuole con decisone sin dal Convegno ecclesiale di Firenze e di cui si comincia a discutere lo svolgimento e le tappe, il metodo e lo stile, i contenuti e i risvolti.
Un “sinodo dal basso” deve partire necessariamente dalle Comunità parrocchiali.
Ora, la “sinodalità”, come mentalità ecclesiale, non si improvvisa, richiede preparazione, esige un cammino impegnativo e rischioso ma necessario per una rinnovata consapevolezza della fede e un’incisiva credibilità della speranza che non delude.
La crisi, o meglio le crisi che tutti lamentiamo sono già in atto da tempo: la pandemia le ha evidenziate. Per cui il Sinodo a cui siamo chiamati dovrà leggerle in profondità per disegnare le proposte evangeliche che attingendo alla ricca Tradizione cristiana non si fermino ad essa, ma abbiano il coraggio di aprirsi all’inedito di Dio per le nostre Comunità fino ad accendere in esse il desiderio di “rinascere dall’alto”.
Le nostre Comunità corrono il serio pericolo del ripiegamento in se stesse fino ad autodistruggersi per implosione. Tale pericolo, accelerato dalla pandemia, si concretizza nell’eccessiva preoccupazione “sacramentalistica”, nell’ansiosa ricerca della sicurezza (sociale ed economica), nella smania di protagonismo che nasconde e, insieme, rivela un tragico vuoto interiore.
Allora, schematicamente, occorre darsi da fare per
• effettivi Consigli pastorali e Consigli per gli Affari Economici da rinnovare o, addirittura, da costituire in ogni comunità entro il prossimo mese di settembre
• la cura più puntuale e convinta della formazione personale e comunitaria dei Sacerdoti, dei Consacrati, degli Operatori pastorali e dei Laici cristiani: a questo proposito si cercherà di offrire proposte formative a livello diocesano e zonale, favorendo quelle parrocchiali, nella speranza della convinta e cordiale partecipazione e senza escludere l’impegno personale di ciascuno
• il coinvolgimento ecclesiale dei vari Gruppi, non escluse le Confraternite, che dalle nostre parti aggregano numerose persone, e che vanno invitate a ritornare alle origini spirituali e caritative, evitando di appiattirsi in comitati d’affari nella gestione (talvolta litigiosa) del loro patrimonio
• il rilancio della “Scuola delle Cattedrali” con proposte di medio/alto spessore culturale
Con tre priorità
• la ripresa della Evangelii gaudium di Papa Francesco
• l’attenzione ad un’autentica fraternità sinodale
• la necessità di un’accentuata formazione ecclesiale
E, per queste priorità, ancora tre altri “impegni”
• il recupero e la valorizzazione della domenica, giorno del Signore e Pasqua della settimana
• l’attenzione rinnovata e i percorsi educativi per/con i ragazzi e per/con i giovani
• proposte di taglio spirituale (preghiera ed evangelizzazione, anche sul territorio) per le famiglie
La “sinodalità” è nota costitutiva della vita ecclesiale. Il Sinodo per l’Italia può rappresentare una buona occasione, anche per noi, per essere e crescere come Chiesa di Cristo Signore per il nostro tempo.
La “ecclesialità sinodale” è dimensione tipica dell’interezza del popolo di Dio. Ciò significa che nessuno deve sentirsi escluso dal cammino che il Signore chiede a tutti e ciascuno. Nessuno.
Intanto, nessuno escludo dal mio saluto e dalla mia benedizione.
Lucera, 23 maggio 2021, Solennità di Pentecoste
+ Giuseppe Giuliano,
vescovo di Lucera-Troia