Lettera aperta ai Sindaci e agli amministratori del territorio diocesano

Per il bene comune

Lucera, 15 agosto 2019, solennità dell’Assunzione di Maria al cielo

Ai Sindaci delle Città e dei Paesi, e agli Amministratori
di ogni ordine e grado del territorio diocesano

Ai Parroci e ai Sacerdoti della diocesi

Egregio Signore,

desidero far giungere a lei gli auguri più cordiali per la festa dell’Assunta, festa grande per la Chiesa e per i credenti disseminati nel mondo intero. Festa di cielo, la meta del cammino e della fatiche terrene degli uomini tutti.
Ed anche gli auguri per il compito che la fiducia dei cittadini le ha affidato nel servizio della comunità civile.

Dopo aver approfondito – alla luce della Dottrina sociale della Chiesa – con il Consiglio presbiterale e con il Consiglio pastorale della diocesi, alcune riflessioni riguardanti il bene comune, ho pensato di condividere con lei il frutto di tali riflessioni. Potrebbero essere utili a coloro che sono alla prima esperienza di governo della Cosa pubblica, ma anche a chi ha già una qualche esperienza in merito.

Mi viene pure suggerito di proporre occasioni di incontro tra le persone impegnate, come lei, a livello sociale, politico ed amministrativo. Cosa ne pensa di un’iniziativa del genere? In attesa di un riscontro, le invio un deferente e grato saluto per il lavoro che svolge per il bene di tutti noi e delle nostre comunità.

+ Giuseppe Giuliano, vescovo

 

Parole, valori e principi fondamentali per il bene comune

Riflessioni del Vescovo con il Consiglio presbiterale e il Consiglio pastorale della Diocesi di Lucera-Troia

1 Le parole

Accoglienza
La consistenza di una società si misura dal grado di disponibilità a non agire secondo il proprio (egoistico) interesse. Ciò significa che non sono da assecondare le diffuse dinamiche della paura e dell’insicurezza. L’interazione tra autoctoni e migranti apre certamente a “novità” che possono emotivamente spaventare, ma il rispetto coltivato e l’accoglienza voluta delle diversità etniche, religiose e culturali non possono che far bene ad una comunità che voglia umanamente progredire e socialmente svilupparsi. “Bisogna ascoltarli, gli immigrati, e bisogna accoglierli con grande cordialità anche se molto diversi da noi. Non c’è da avere paura: se voi accogliete un uomo come un uomo e come fratello non vi verrà altro che bene; se voi accogliete con riserva e mettete una certa barriera e vi volete difendere da lui, preparate la disgrazia per voi” (Giuseppe Dossetti).

Ambiente
L’ambiente naturale è un bene collettivo. Esso è dunque destinato a tutti e deve essere fruibile da tutti; la sua tutela rappresenta perciò un dovere, che riguarda non solo le esigenze immediate del presente ma anche quelle delle generazioni future. Senza cedere a “mode ecologiste” che giungono ad assolutizzare “cose ed animali” fino ad anteporli alla persona e alla degna qualità della vita umana, il territorio non può essere indebitamente manipolato e irresponsabilmente sfruttato.

Amministrazione pubblica
L’amministrazione pubblica ha come sua costitutiva finalità quella di servire i cittadini in vista del bene comune, garantire la sicurezza pubblica, tutelare la giustizia e la pace sociale. Contrastano con questa prospettiva il funzionalismo impersonale e l’eccesso di burocrazia, il deficit di competenza professionale e l’ingiusta ricerca degli interessi privati, il disimpegno e la superficialità.

Carità

La carità, ristretta ai rapporti interpersonali o ridotta ad elemosina, va ricompresa in modo più ampio, cioè come criterio supremo della vita sociale; essa infatti presuppone la giustizia ed assicura efficacia alla legalità, anche se le trascende. La carità “informa” circa i doveri, educa la rivendicazione dei diritti e “fa vedere” le urgenze della povertà e dell’emarginazione. La carità accompagna nel percorrere, con pazienza e rispetto, l’arduo cammino del dialogo e dell’intesa tra le generazioni, i gruppi sociali, le istituzioni. La carità sostiene la fatica delle competenze, la ricerca di soluzioni eque ai problemi concreti, permette di valorizzare il bene da chiunque realizzato, di compatire gli errori e di opporsi alle svariate forme di violenza. La carità fonda l’impegno politico come espressione qualificata ed esigente di servizio agli altri.

Chiesa
La Comunità cattolica vuole mostrare il volto di una Chiesa, “intimamente solidale con il genere umano e la sua storia”; una Chiesa che si pone “come fermento e quasi anima della società umana, per rinnovarla in Cristo e trasformarla in famiglia di Dio”, fino al “giorno glorioso del Signore”. Essa perciò sta sempre dalla parte della persona, di ogni persona, specie quella più abbandonata e indifesa, e tutto considera in direzione di essa, “la sola creatura sulla terra che Dio abbia voluto per se stessa”. Richiamando la sua ineludibile libertà e senza pretendere indebiti privilegi, la Chiesa vorrebbe vedere concretamente riconosciuta la sua presenza, che non di rado è la sola presenza di effettivo servizio all’uomo nella sua verità di persona, in tutte le fasi della sua esistenza e nella sua costitutiva socialità. In tal senso, non si possono non notare striscianti ed allarmate tendenze “laiciste”, quasi che l’apporto cristiano rappresenti una minaccia per lo sviluppo della società o una fastidiosa ingerenza. Sostenere la famiglia fondata sul matrimonio, tutelare la vita umana in tutte le fasi del suo sviluppo, promuovere solidarietà verso le persone più fragili non sembrano essere lesioni alla “autonomia delle realtà terrene” e allo sviluppo globale del popolo, specialmente nelle sue componenti più giovani. In nome della stessa, invocata, “laicità” (dal greco laòs= ”popolo”) ci si chiede: Può il nostro popolo rinnegare le proprie radici cristiane senza rinnegare se stesso? Può esso ridurre ad estrinseco folclore la sua anima credente senza ridurre esso stesso a preda, docile e pingue, dei vari ed imperanti potentati?

Dottrina

Uno dei drammi che la società occidentale conosce da tempo riguarda la separazione, spesso addirittura teorizzata, tra vita pubblica e vita privata, tra moralità e impegno socio-politico; e, per i credenti, tra fede e vita.
Partendo dall’intera verità dell’uomo, conosciuta tramite la ragione e la fede, la Chiesa ha elaborato lungo il corso della propria storia secolare la sua Dottrina sociale con cui vuole mostrare e ribadire con chiarezza le implicazioni storiche del messaggio evangelico. Si tratta di una Dottrina che va davvero conosciuta, a cominciare dai valori che la fondano e dai principi che la sostengono.

Paesi

È necessario richiamare l’attenzione sui Paesi dell’entroterra. Nonostante le notevoli risorse agricole, artigianali, paesaggistiche, artistiche, culturali, enogastronomiche, i nostri Paesi fanno fatica ad uscire da un isolamento che non favorisce certamente la vivibilità e l’occupazione, specie quella giovanile. Non di rado si deve assistere allo spopolamento, lento ed inesorabile, di interi agglomerati umani con il drastico taglio di presenze istituzionali sul territorio e la indiscriminata contrazione della spesa circa le opere pubbliche. La questione dei piccoli comuni non può essere l’oggetto di iniziative superficiali e di dibattiti inconcludenti. Sarebbero necessari progetti di ampio respiro a vantaggio delle persone e delle comunità, alla luce di una diversa visione del comune ed armonico sviluppo. Il nostro è un territorio umano che deve ancora esprimere le sue potenzialità, ma che esige approcci creativi e competenze qualificate per la governabilità dei suoi problemi.

2 I valori e i principi fondamentali

La vita sociale si basa necessariamente su valori morali condivisi – quali la verità della persona umana, la libertà, la giustizia, la carità, la pace – e sui seguenti principi fondamentali.
• Il principio della dignità della persona umana, dai primi momenti della sua vita e fino alla sua naturale conclusione: in tale principio ogni altro trova stabile fondamento.

• Il principio del bene comune, che riguarda il bene di tutti gli uomini e di ciascun uomo, e che impegna tutti i membri di una società a collaborare, secondo le proprie capacità, al suo raggiungimento e al suo sviluppo.

• Il principio della sussidiarietà, in base al quale le società o le istituzioni di ordine superiore devono porsi in atteggiamento di aiuto concreto (“subsidium”), di sostegno, di promozione e di sviluppo rispetto alle società, istituzioni o gruppi minori, senza soffocarli né fagocitarli. Caratteristica della sussidiarietà è l’effettiva possibilità di partecipazione e dunque di vera democrazia.

• Il principio della solidarietà esprime il diffuso e costitutivo legame di interdipendenza tra gli uomini e i popoli; non si tratta di un vago sentimento di compassione, ma piuttosto si esprime nella “determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti”.